lunedì 31 gennaio 2011

Racconti brevi e brevi brividi di Tiziana Pedone (Edizioni Creativa)













Racconti brevi e brevi brividi è una raccolta di racconti noir, a tratti inquieti, incisivi, scorrevoli e dal ritmo incalzante, i cui personaggi vengono delineati in modo preciso. Racconti di realtà quotidiane, che non lasciano spazio alla distrazione e dove il lettore viene coinvolto, catturato e assorbito, fino a diventare esso stesso protagonista. Racconti crudi, ma scritti con la sensibilità di una donna, che prendono vita attraverso percorsi alternati da luci e ombre, dove nulla è quello che appare, e che si avvicendano tra loro con ritmo scandito dalle parole e dalle emozioni, che ne scaturiscono.

domenica 30 gennaio 2011

La figlia del reverendo di Flora Macdonald Mayor (Neri Pozza)

















Dedmayne è un villaggio insignificante nelle contee orientali dell’Inghilterra. Un tratto di strada diritta e piatta vicino alla chiesa, con siepi basse e polverose; campi di rape senza un albero; fienili con tetti in lamiera ondulata degni del Canada. Non ha una casa signorile né un parco né un giardino che gli dia prestigio. Non ha una vita sociale degna di questo nome. Non c’è gente altolocata, né le solite ricche bigotte che possano contribuire alle necessità della canonica.
Il canonico, defunto, è rimasto a Dedmayne per cinquant’anni dandosi al bere. Il suo successore, il reverendo Jocelyn, ha ormai ottantadue anni. È un vecchio accidioso e risentito che vive con la figlia Mary.
Mary è nata lì e non ha quasi mai lasciato il circondario. «Inosservata come i biancospini nelle aiuole», è sempre stata fedele al ruolo di figlia nubile, condannata alla vita di governante-padrona di casa accanto all’erudito e indifferente Jocelyn.
Tuttavia, si è lentamente affezionata al villaggio al punto da sostenere che più il paese è isolato, più acquista un gusto peculiare, non contaminato da quello cittadino. «Ci sgretoliamo anno dopo anno» dice «e tutto rimane uguale a se stesso».
Un giorno, però, si trasferisce nelle vicinanze il figlio di un vecchio amico del padre, Robert Herbert. E tutte le emozioni, soffocate nel corso degli anni vissuti all’ombra della canonica fra dispute anti-papiste e dottissime letture di Tertulliano, riemergono con forza, per la figlia del reverendo, in un’attrazione mai provata prima. Mary sembra rifiorire e diventare «sempre più una persona come tutte le altre». Fa amicizia con Kathy, una donna elegante e spigliata, si apre al piccola costellazione di donne del villaggio, raggiunge Londra, si lascia estorcere un bacio adulterino da Robert Herbert.
La piccola finestra che si apre, tuttavia, sul mondo esterno si richiude subito. Trame scartate, brevi interludi, infelicità coniugali, Mary non tarda a scoprire di essere fuori posto nella modernità, «una zitella anglicana» capace di vivere soltanto a Deadmayne, dove gli anni scorrono sempre uguali, ma dove tutto si aggiusta.
Pubblicato per la prima volta presso la Hogarth Press nel 1924, lo stesso anno in cui la casa editrice di Leonard e Virginia Woolf pubblica Leslie Stephen, Sigmund Freud, Roger Fry e Vita Sackville-West, La figlia del reverendo è al centro ora in Inghilterra di una rinnovata attenzione della critica, che non esita a porlo tra i libri più importanti della narrativa inglese del Novecento.

sabato 29 gennaio 2011

LE PAROLE SCRITTE DEI RAGAZZI STRANIERI di Maria Maggio (Pensa MultiMedia)













Il volume presenta i risultati di una ricerca condotta a Lecce con alunni stranieri di scuola secondaria di primo grado che hanno acquisito o appreso l’italiano come L2. Si osservano in particolare le competenze lessicali nella scrittura, prendendo in esame un corpus di elaborati prodotti nell’ambito del curricolo di italiano. Le opinioni e gli atteggiamenti degli insegnanti e dei dirigenti scolastici contattati e le dichiarazioni degli stessi alunni stranieri contribuiscono a tracciare un quadro della situazione all’interno delle scuole, con attenzione ai bisogni specifici di questi apprendenti e alle modalità e agli strumenti con cui la scuola risponde. L’analisi lessicale degli scritti scolastici evidenzia l’uso di un vocabolario ristretto, limitato quasi esclusivamente alla sfera delle esperienze quotidiane. Tenendo conto dell’incidenza di variabili socio-culturali ed extrascolastiche sulle competenze degli alunni immigrati, la lettura dei dati si pone in una prospettiva di miglioramento della didattica, che possa portare i ragazzi stranieri ad una padronanza della lingua al di là della semplice competenza comunicativa di base, per farli approdare al pieno possesso delle parole e della lingua per lo studio, per il successo scolastico e per un’effettiva integrazione. Il lavoro è uno strumento di conoscenza, ma anche di riflessione su questo delicato tema per tutti coloro che devono affrontare l’insegnamento dell’italiano come L2.

venerdì 28 gennaio 2011

L'albero di vetro di Monica Ugolini (Lab di Giulio Perrone)








C’è un dolore riconoscibile,
un dolore perfetto che non brilla come un diamante ma insidioso si
espande
in armonia divora devasta, sfinisce
e non t’abbandona…
ma ti perdona.

Una raccolta fortemente autobiografica che ripercorre le diverse fasi della vita dell’autrice, dall’infanzia all’adolescenza fino all’età adulta. Fasi che per quanto diverse sono segnate da una perdita incolmabile. L’albero di vetro rappresenta, nella sua unicità, un cammino evolutivo di crescita che ha portato Monica Ugolini a lasciarsi leggere.

Monica Ugolini nasce e cresce a Firenze, dal 1998 però vive ad Agliana. Scrive poesie da quando aveva dodici anni, ma solo nel 2009 decide di aprirsi al pubblico e partecipa ad un concorso letterario indetto dall’Istituto italiano di cultura di Napoli vincendo il primo premio. Partecipa ad altri concorsi raggiungendo ottimi risultati. Questa è la sua prima raccolta poetica.

giovedì 27 gennaio 2011

Rubare il respiro di Marinella Saiu (Edizioni Creativa)












E' la storia (vera) di una ragazzina undicenne che improvvisamente scopre l'interesse sessuale da parte di un adulto nei suoi confronti. Da quel giorno l'uomo la perseguita ripetendo ossessivamente gli stessi gesti che porteranno la ragazzina a un profondo cambiamento e a trovarsi in uno stato di paura patologico verso tutti gli uomini. Come la maggior parte dei bambini molestati, non ne parla con nessuno per il timore che il padre lo uccida e lei non vuole perdere il padre. E' la storia di una violenza principalmente psichica che si ripete per 3 anni circa. Anni che portano la ragazzina a credere di non riuscire ad avere nessuna possibilità di libertà, nessuna via uscita dal potere che quell'uomo esercita su di lei. Decide di abbandonare la Sicilia. La nevrosi la porta a sperimentare la possibilità di essere lei ad avere il potere sugli uomini. Comincia una vita difficile, in nome di quel potere che vuole sconfiggere: mai più subire e se possibile impadronirsene per esercitarlo sugli uomini attraverso la seduzione. Una sfida continua nel tentativo di annullare il genere maschile. Ma il panico patologico si ripresenta e decide di intraprendere una terapia psicoanalitica per guarire dalle sue paure. Paure legate inevitabilmente a quell'uomo che la molestava. Dovrà fare una rilettura dell'intera storia, ricordare e rivivere le sofferenze di quel tempo e scoprire più di quanto avesse mai potuto immaginare.

mercoledì 26 gennaio 2011

LA «RAGIONE DELLE PAROLE» - Dal «Caffé» al «Conciliatore»: discussioni su Lingua e Cultura di Rossella Abbaticchio (Pensa MultiMedia)













Quid est seccatura? Respondeo è più facile provarla che definirla. Per esempio chi ci assale con cento interrogazioni una dopo l’altra e vuol sapere d’onde veniamo, dove andiamo, dove s’è pranzato, che nuove abbiamo, quai libri leggiamo e così dicendo, quella è seccatura. Così se un autore ci venga a recitare un pezzo del suo libro o a dettagliarne il piano, l’ordine, gli encomi, la fatica senza che da noi sia di ciò richiesto, quella è seccatura. Così se uno ci venga a visitare per deporre su una scranna della nostra stanza il peso della sua esistenza e venga come un creditore che ha diritto d’essere da noi tratto dalla noia assorbendo il tempo nostro in così bell’ufficio, quello è un seccatore. Così se un per mestiero contraddica a tutte le proposizioni e sta sempre colla lancia e collo scudo in pronto per entrare in lizza e disputare, quello è un seccatore. […] Così se io seguitassi questa figura di ripetizione più a lungo sarei uno seccatore. (Pietro Verri)

Cosa curiosa! La nostra letteratura è già vecchia di circa sei secoli, e noi non ci siamo ancora intesi sulla questione preliminare della lingua! I nostri critici lilliputti sembrano disputare sotto le mura di Babele quando parlano del gran mistero dello stile! Chi ti rimanda al Trecento, chi al Cinquecento: chi scambia la lingua pretta col bello stile; chi ti comanda di adottare la maniera di due o tre modelli inevitabili; chi ti fulmina se osi mostrare uno stile che esprima la fisionomia dell’animo tuo, e non quella dell’altrui. È una vera disperazione l’udirli. (Pietro Borsieri)

In nessuna cosa più altamente si manifesta l’autorità dei più quanto nella lingua, la quale fondata sulla necessità d’intendersi può dirsi democratica per eccellenza. (Giambattista Niccolin)

martedì 25 gennaio 2011

S.P.T di Lidia Gandellini (Edizioni Creativa)












Sulla spiaggia di un lago vedrai lo scrittore dagli occhi aspri, dal cuore gonfio. Con lo sguardo oltre le montagne sentirai la rondine raccontare di un vascello che naviga tra i mondi. Ti perderai nei suoi voli e nelle sue fiabe. Sull'oceano, con nove marinai e passeggeri di cristallo navigherai verso l'unico segreto che ognuno porta con se. Tornerai su quella spiaggia diverso perchè il mio viaggio durato un anno sarà diventato tuo. Perchè forse tra le pieghe della mia storia avrai riconosciuto un pezzo della tua.

Le ombre della notte di Maria Concetta Calabrese (Lab di Giulio Perrone)








Il ragazzo la interruppe sgarbatamente: – Sto uscendo. Vai a letto. Non osare dire mai più nulla contro mia madre: non mi interessa quello che pensi e non lo voglio sentire. Tu bada a non farla inquietare e non le rispondere. Erminia andò nella sua stanza. Si sedette sul letto. Non aveva più nessuna illusione. Suo marito era uno sciocco senza carattere. Chi l’avrebbe sostenuta e difesa

La storia di Erminia, nata Sara. La storia di due famiglie e di un accordo che rovescerà il destino della protagonista. La storia di una persecuzione. La storia di una donna fuori dagli schemi in un tempo in cui tutto ciò che c’era tra nascita e morte doveva essere uno schema. Nella Sicilia a cavallo tra XV e XVI secolo le vicende dei Coyno e dei De Luna si intrecciano a quelle di fatti storici intrisi di sangue, in un romanzo d’epoca toccante e suggestivo.


Maria Concetta Calabrese è nata a Taormina. Vive tra Giardini Naxos e Catania. Ha scritto su temi di storia politica e culturale del Seicento e del Settecento meridionale.

lunedì 24 gennaio 2011

ITALIANO SENZA FRONTIERE. L'insegnamento dell'italiano LS in America latina e Canada di Rossella Abbaticchio (Pensa MultiMedia)









Imparare una lingua diversa da quella materna rappresenta oggi un obiettivo comune e al tempo stesso una sfida. Alle ragioni di lavoro e di studio che di solito motivano quest’impegno di recente si è aggiunto il fine meno utilitaristico di recuperare le radici culturali di una lingua e di approfondirne la storia.
La ricerca delle ragioni che nel terzo millennio stanno inducendo un numero sempre più alto di persone ad apprendere la lingua italiana è già da tempo oggetto di studio da parte non solo di linguisti e glottodidatti, ma anche di sociologi e antropologi. La rivalutazione della lingua italiana, cui si sta oggi assistendo, può essere attribuita in parte al fenomeno generale della globalizzazione socio-economica e in parte alle politiche linguistico-educative di apertura al multilinguismo e al multiculturalismo attuate da molti dei Paesi cosiddetti ‘sviluppati’.
L’intento del volume è di fornire un aggiornamento sulla situazione e le condizioni di uso della lingua italiana e sul suo livello di diffusione nei vari ambiti comunicativi, con riferimento specifico alle realtà ispanofone e lusofone dell’America latina e al Canada. L’aspetto che si è cercato di far emergere riguarda le condizioni dell’insegnamento dell’italiano in queste aree, caratterizzate da una notevole varietà di contesti didattici e da una molteplicità di iniziative scientifiche e istituzionali a favore di una sempre più ampia conoscenza della lingua italiana.

Rossella Abbaticchio si è laureata in Lingue e letterature straniere con indirizzo linguistico-glottodidattico all’Università di Bologna e ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Italianistica all’Università di Trieste. I suoi interessi di ricerca sono orientati sulla didattica dell’italiano a stranieri: in questo ambito svolge da tempo attività di insegnamento sia all’interno dei corsi istituzionali di Lingua italiana e Didattica delle lingue moderne sia con studenti stranieri Erasmus e Comenius e di summer schools. È autrice di curatele e di numerosi contributi in volumi miscellanei e su riviste specializzate di glottodidattica e di riflessione linguistico-letteraria. Per i tipi di Pensa MultiMedia ha già pubblicato la monografia La «ragione delle parole» sulla questione della lingua nella comunicazione con il pubblico moderno. Attualmente è assegnista di ricerca presso la facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università di Bari e ricopre l’incarico di tutor all’interno del corso di laurea in Lingua e cultura italiana per stranieri del Consorzio interuniversitario ICoN.

domenica 23 gennaio 2011

“Monologo di Alda Merini”, 13 Luglio 2008. A cura di Carmen Togni





















“Il 13 luglio 2008, domenica, ero a casa di Alda Merini. D’improvviso ella prese il registratore che avevo in mano e cominciò a parlare… Fu un monologo tutto d’un fiato… Ve lo propongo affinché, nel rispetto della sua figura possiate, voi che leggete, commentare e magari trarre conclusioni che possano portare un arricchimento personale a me oltre che a voi, ed una maggiore conoscenza di questa poetessa eccezionale. Ho chiesto il parere di Flavia su questa postazione, la quale si è detta d’accordo di proporla… Grazie amici, anche a nome di Alda che ha voluto attraverso queste parole lasciare un ulteriore messaggio a quanti la amano…” Carmen Togni (riproposto con il permesso di Flavia Carniti)

qui su Musicaos


Riporto intanto quanto scritto da Luciano Pagano su Musicaos a proposito di questo evento scritturale: "Carmen Togni, che ci ha dato la possibilità di estendere ai lettori di Musicaos.it questo monologo registrato il 13 luglio del 2008 è autrice di diversi libri, l’ultimo dei quali, edito di recente, si intitola proprio “Il sogno di Alda” (Edizioni Del Poggio, 2010). La ringraziamo per averci fatto conoscere questo ‘frammento’ di vita di questa grande poetessa.
“Dopo aver saputo della morte di Alda Merini, sono rimasta in silenzio per tutti i giorni seguenti leggendo e meditando tutto ciò che veniva riportato sulla stampa e mediante internet. Il venerdì successivo, in mattinata, la mia mano, guidata da non so quale input, ha cominciato a scrivere. Le parole sono uscite spontaneamente. Alla fine, quando misi il titolo ‘Canto ultimo per Alda Merini’, la mia mano tremava… L’impressione era che quelle parole me le avesse dettate lei mentre stava continuando il suo viaggio da pochi giorni intrapreso…” (C. Togni)

l'immagine riprodotta è del volume "Alda Merini - eternamente vivo" edito da Frassinelli

sabato 22 gennaio 2011

Vivo vivendo la vita di Pasqualina Pisanti (Edizioni Creativa)













Pasqualina Pisanti, laureata in Sociologia ha pubblicato con la Diocesi di Caserta e la Regione Campania "In Cammino verso i giovani" ed ha collaborato ai testi per il libro "Dalisi e il museo di strada" pubblicato dalla casa editrice CUEN.


fra cent'anni
ci sarà un lettore desideroso di assaporare
la freschezza dei miei pensieri andati
curioso, interessato di scoprire
una qualche rima da poter appuntare
con rossetto cavato da borsa
su un pezzo di carta trovato per caso?

venerdì 21 gennaio 2011

Il mistero della casa del vento di Daniela Grandinetti (Lab di Giulio Perrone editore)





















Oggi è di nuovo vento. Forte.
Il mio tempo sta finendo.
Penso, mi arrovello, cerco disperatamente una via d’uscita.
Ma niente.
Adelaide è diventata ostile. Più passano i giorni più i suoi modi
diventano duri e sbrigativi. Ha pietà di me, ma non comprende.
È lei il mio unico contatto con il mondo là fuori.
E queste parole la mia speranza.
Vento. Forte.

Anna incontra Anna tra le righe di un diario antico, nascosto, scovato. Anna incontra il suo dolore, che è mancanza e vuoto. Quella stessa mancanza e quello stesso vuoto che intrecciano i destini di altre donne. Caterina, Maria, Lucia, Margherita. Vite di donne travolte dai loro amori, dai ritmi di uomini troppo spesso assenti, troppo spesso dimentichi di chi sta loro accanto. Travolte da venti caldi e avvolgenti, o freddi e sferzanti. Come fossero compagni, amanti, figli. Storie di donne simili a venti. Antiche, violente, madri, profonde, calde, unite da soffi di vita forti e saldi, come fossero fari contro mari arrabbiati.

Daniela Grandinetti nasce a Nicastro, in Calabria, nel 1961. Attualmente vive a Scarperia, nei pressi di Firenze, città nella quale si è laureata in Lettere. Vita eclettica, passa dall’attività organizzativa nel mondo degli eventi e congressi, grazie a cui per dieci anni ha arricchito la sua innata curiosità, a quello dell’insegnamento per scelta e vocazione. La scrittura è stata una costante, filo conduttore della sua vita con numerose pubblicazioni di racconti su varie riviste e antologie letterarie. Il demone che l’ha sempre accompagnata è finalmente approdato all’uscita di questo suo primo romanzo.

IL MARTIRE E IL DISERTORE. Gli scrittori e la guerra dall'Ottocento al Novecento di Lavinia Spalanca (Pensa MultiMedia)









Se nel corso di una secolare tradizione risalente all’antichità la guerra si configura come fondamentale esperienza di senso, a partire dai primi decenni del XX secolo lo scenario muta radicalmente, e la realtà del conflitto diventa l’emblema stesso dell’insensatezza. E nel XIX secolo? Permane inalterata la sacralità del conflitto o se ne pone già in discussione, per la prima volta, il valore formativo? L’indagine dei rapporti fra esperienza bellica e narrazione letteraria dall’Ottocento al Novecento è oggetto di questo studio. Un’analisi circoscritta ad un ambito temporale ben definito, ma sufficientemente ampio per comprendere i mutamenti occorsi alla mentalità individuale e collettiva e, soprattutto, per saggiare le possibilità inventive della scrittura di guerra, viatico morale alla modernità letteraria e all’assunzione di responsabilità.

giovedì 20 gennaio 2011

Danny Arnott il sopravvissuto di Anna Steri (Edizioni Creativa)




















Che cosa si nasconde nel passato dell’undicenne Danny Arnott, che divide il suo tempo tra famiglia, scuola e gare di wrestling? Danny lo scoprirà una notte, quando svegliato di soprassalto, sentirà una vocina misteriosa che lo invita a seguirlo. Da quel momento, i lettori saranno proiettati nel mondo fantastico della Valle Del Vecchio Lago, dove la magia ed il pericolo accompagnano le avventure di Danny. Alla fine il Bene riuscirà a sconfiggere il Male ?

mercoledì 19 gennaio 2011

LA SOCIETÀ FORMATIVA. Problemi di pedagogia sociale di Ivana Padovan (Pensa MultiMedia)













L'importanza sempre maggiore delle azioni pedagogiche fa propendere per una definizione della società in termini formativi. La società formativa non si situa semplicemente nei tradizionali processi di iastruzione scolastica e accademica, ma si afferma nel sistema dei rapporti personali, sociali e istituzionali, in cui i soggetti, le comunità e gli apparati operano.

martedì 18 gennaio 2011

L'istinto del pane di Annalisa Fantini (LAB di Giulio Perrone editore)












È un racconto di guerra. Ma non tratta dei burattinai di cui si occupa la Storia. è un racconto di singoli uomini e singole donne. Non parla di eserciti astratti, ma di uomini e di donne fatti di carne, ossa e pensieri. È un racconto mirabilmente costruito che tiene spesso col fiato sospeso. Come in tutte le guerre ci sono le atrocità. La guerra è dolore, tragedia ed orrore. Bisogna impegnarsi prima ad evitarla perché, dopo, non ci sarà conflitto che non porti atrocità. Raccontare una storia di guerra serve a ricordarci che, purtroppo, l’orrore è l’ingrediente di ogni conflitto. Annalisa Fantini lo fa percepire al lettore, ma oserei dire con delicatezza, con leggerezza. Sì, perché ogni volta che si evidenzia l’orrore, subito segue la dolcezza di un’altra scena, come in una danza lieve, segnando, però, il cuore e la mente del lettore che, divorando il libro tutto d’un fiato per sapere come va a finire, si ritrova a meditare e riflettere sulle assurdità di cui può essere capace l’essere umano. Filtra dalle pagine l’istinto del pane, che, però, altro non è che istinto di vita.

– Abbiamo detto mai più all’odio, al genocidio, alla violenza… lavoro per migliorare la condizione di questa gente – dice Emilio a Marcello,mentre tra lui e Carolina si accende la fiamma dell’amore, ballando in una notte d’estate piena di stelle e di speranze.

Wojtek Pankiewicz

Mysterium Sphaerare di Manuela Bottoni (Edizioni Creativa)
















Una bolla di cristallo piena d'acqua con piccoli fiocchi bianchi che scendono volteggiando su paesaggi esotici o deliranti: le sfere con la neve, un universo un po' kitsch ma indubbiamente magico. Non sarebbe bello poterci entrare dentro? Michelangelo è un quindicenne con un padre pilota d'aereo appassionato collezionista di snow globes. Un evento drammatico lo costringe a confrontarsi con le sue paure: il padre risulta disperso durante un volo, lui vorrebbe andare a cercarlo ma è del tutto impotente. Mentre la madre corre all'aeroporto per avere notizie, Michi rimane solo ed angosciato a casa. Poi lo sguardo gli cade sulle sfere con la neve e succede qualcosa di assolutamente inaspettato…

lunedì 17 gennaio 2011

FORME DEL DISAGIO ADULTO di Ivana Padoan (Pensa MultiMedia)













Lo spaesamento, è la metafora generazionale di una società figlia di una modernità che si è trovata in pochi decenni scaraventata nell’ipermodernità quasi senza accorgersene, travolta dalla propria trasformazione, senza opporre resistenza, anzi diventando incosciamente il vero moto propulsore della nuova realtà. Le macro analisi sulla società che le diverse concezioni della postmodernità presentano (società del rischio, modernità liquida, società dei non luoghi, dissoluzione sociale), tentano di usare le stesse chiavi concettuali per far combinare il macro cambiamento con le diverse forme di disagio delle microstrutture personali e sociali. Anche se i costrutti teorici sono spesso funzionali a forme di potere utilizzate dai decision makers della politica, dell’economia, nonché della cultura e della scienza, queste aporie teoriche mostrano di fatto, da un lato la difficoltà di riferimenti culturali e di strumenti concettuali per spiegare e comprendere situazioni vecchie e nuove, senza cadere nelle trappole epistemologiche dei modelli che si vogliono criticare; dall’altro, sottolineano i reali processi di declino, incertezza ed instabilità di scelte individuali, di rappresentazioni soggettive e sociali nella società attuale.
La forma estesa che ha assunto il disagio adulto è il dato di fatto più critico del nostro modello esistenziale. L’adulto è stato, nel corso dei secoli, per eccellenza il modello di riferimento per le future generazioni. La condizione di criticità (immaturità?) dell’adulto mette in crisi i costrutti teorici e i contesti di vita personale sociale e istituzionale dei soggetti. In questo volume si è voluto sottolineare alcuni tra i segni del disagio: cambi di paradigma dell’adultità stessa; fragilità cognitiva ed emozionale; identità e appartenenze; il vivere quotidiano; la sessualità; la differenza di genere; le malattie esistenziali; genitorialità difficile; perdita, suicidio; e soprattutto lavoro e professionalità che oscillano tra incertezza e stress; mobbing, burn-out e drop out.
Il disagio qui rappresentato è il micro-disagio delle forme di vita, in cui convive lo scollamento di ritmo, quantità e qualità dei saperi, dei valori e dei modelli tramandati, certi e organizzati e nuove situazioni di criticità. Risultato: perdita di equilibrio, di armonia e serenità, di qualità del vivere, del sapere, dell’agire, forme di patologia incluse. Come fare? Una possibile via d’uscita è far sì che attraverso la formazione, le forme di counselling, di tutorship e di accompagnamento, il soggetto e le organizzazioni, riconoscano e imparino a gestire le diverse forme di condizionamento esperienziale interne ed esterne e si riapproprino di nuove forme di relazione con l’esistenza.


Ivana Padoan, pedagogista psicologa e linguista è ricercatrice presso il Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze di Ca’ Foscari, dove insegna Epistemologia della formazione, Pedagogia Sociale, Educazione degli Adulti. Insegna inoltre alla SSIS/SOS del Veneto, alla Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Padova e dirige il Master in Comunicazione e Linguaggi non verbali: Psicomotricità Musicoterapia e Linguaggi della performance, in collaborazione con l’Università di Catania. Conduce ricerche nazionali e internazionali con Enti e istituzioni universitarie in Italia e all’estero sulla formazione personale e professionale, sulla ricerca formativa e sociale, sulle politiche dell’educazione e della formazione.

domenica 16 gennaio 2011

Zone d'ombra di Marta Folcia (Edizioni Creativa)

















I percorsi di vita di tre giovani medici, Chiara, Federico e Marcello, si intrecciano nell’arco dei quattro anni della scuola di Specialità, ognuno affrontando situazioni e problemi che li porteranno ad una maggiore maturità e consapevolezza nella professione e nella vita privata. I temi trattati riguardano quelle zone d’ombra della psiche umana, che si traducono in comportamenti che vengono definiti irrazionali, con cui i tre giovani medici si troveranno ad interfacciarsi nel loro percorso evolutivo. Ma dove si posiziona il limite tra razionalità e irrazionalità? Ciascuno di essi prenderà poi la sua strada, dopo aver, non sempre felicemente, fronteggiato queste zone d’ombra in persone a loro care.

sabato 15 gennaio 2011

FORME E FIGURE DELL'AUTOFORMAZIONE di Ivana Padoan (Pensa MultiMedia)













La pluralità del post-moderno ha radicalmente mutato i paradigmi ed i parametri di riferimento: sorge allora l'interrogativo da parte del singolo di darsi ed avere risposte flessibili. L'autoformazione - vera e propria centratura su di se del pensiero (centratura partecipativa, fenomenolofica, concreta) - è emergenza del campo formativo rispetto a due condizioni: la complessità e la incapacità delle istituzioni, al loro stato attuale, di dare risposte adeguate.

venerdì 14 gennaio 2011

Il profumo delle foglie di limone di Clara Sanchez (Garzanti)





















Spagna, Costa Blanca. Il sole è ancora molto caldo nonostante sia già settembre inoltrato. Per le strade non c'è nessuno, e l'aria è pervasa da un intenso profumo di limoni che arriva fino al mare. È qui che Sandra, trentenne in crisi, ha cercato rifugio: non ha un lavoro, è in rotta con i genitori, è incinta di un uomo che non è sicura di amare. È confusa e si sente sola, ed è alla disperata ricerca di una bussola per la sua vita. Fino al giorno in cui non incontra occhi comprensivi e gentili: si tratta di Fredrik e Karin Christensen, una coppia di amabili vecchietti. Sono come i nonni che non ha mai avuto. Momento dopo momento, le regalano una tenera amicizia, le presentano persone affascinanti, come Alberto, e la accolgo nella grande villa circondata da splendidi fiori. Un paradiso. Ma in realtà si tratta dell'inferno. Perché Fredrik e Karin sono criminali nazisti. Si sono distinti per la loro ferocia e ora, dietro il loro sguardo pacifico, covano il sogno di ricominciare. Lo sa bene Julian, scampato al campo di concentramento di Mathausen, che da giorni segue i loro movimenti passo dopo passo. Ora, forse, può smascherarli e Sandra è l'unica in grado di aiutarlo. Non è facile convincerla della verità. Eppure, dopo un primo momento di incredulità, la donna comincia a guardarli con occhi diversi. Adesso Sandra l'ha capito: lei e il suo piccolo rischiano molto. Ma non importa. Perché tutti devono sapere. Perché ciò che è successo non cada nell'oblio.

giovedì 13 gennaio 2011

Noi ieri ... io oggi di Valentina Martini (Edizioni Creativa)














E’ la storia incrociata fra passato e presente di due amiche. Due amiche che vivono la loro infanzia ed adolescenza ricche di passioni e di progetti, ognuna con le proprie aspirazioni e caratteristiche, unite da un affetto puro ed incondizionato che le rende più forti e protette verso il mondo esterno e tutto ciò che implica… Una storia intensa dalla scrittura brillante e dalla trama coinvolgente.

mercoledì 12 gennaio 2011

LA PROGETTAZIONE DELLA RICERCA STATISTICA di Tonia Candido (Pensa MultiMedia)













Il volume, particolarmente rivolto agli studenti di Sociologia, Scienze politiche, Scienze della comunicazione, Scienze dell'educazione, e Scienze manageriali nonché agli operatori del settore socio-economico e sanitario, presenta in modo semplice e rigoroso le tappe fondamentali della progettazione della ricerca statistica. L'approccio adottato segue due direzioni: la partecipazione dell'utente e lo studio del futuro.

martedì 11 gennaio 2011

L'incontro di Anna Steri (Edizioni Creativa)





















Il romanzo "L'incontro", narra la storia di Ferdinand che, in punto di morte, ricorda un episodio della sua vita, avvenuto quando era quindicenne. Sofferente del suicidio del padre avvenuto un anno prima, il protagonista ricerca continuamente e con assoluta disperazione, in ogni figura maschile che incontra, un possibile riscatto per la vita misera e disdicevole che il suo genitore aveva avuto in vita, come se questo potesse bastare per potergli salvare l'anima. Fermerà questa frenesia nel momento in cui s'imbatterà nella figura burbera del compositore Ludwig van Beethoven, uomo infelice e sofferente a causa della sua sordità, e proprio per questo, restio ad allacciare qualsiasi tipo di legame.

lunedì 10 gennaio 2011

Medusa di Chiara Cordella (Lupo editore)













Incontrarla è sciagura. Quel suo sguardo fisso ferma il sangue degli uomini e quasi in pietra li tramuta. (Goethe, Faust)

…gli occhi mi facevano pensare a quelli di una creatura sacrilega della foresta o di una dea animalesca troppo antica per poter essere del tutto umana. C’è qualcosa di fatale, di ultraterrestre in lei: per me evoca una folla d’ombre che salgono da abissi perduti…

( Lovercraft H. P., L’abbraccio di Medusa)

Dal mito classico alla psicanalisi moderna, la terrificante immagine di Medusa ha sempre rappresentato la pericolosità e l’angoscia del “femminino”, la cui insondabile e ambigua forza distruttiva – di qualsiasi abito si vesta – disarma l’uomo e lo fa soccombere. Questi racconti, spesso sottilmente surreali, ci portano in storie inquietanti le cui protagoniste mietono vittime impreparate e inermi a volte consumando una loro crudele privata vendetta, a volte per calcolo spietato, altre rivendicando semplicemente il diritto ad esistere.

domenica 9 gennaio 2011

METTERSI IN GIOCO E GIOCARE A SCUOLA di Marina De Rossi (Pensa MultiMedia)













Gioco, animazione e scuola sono termini che non sempre hano dialogato tra loro. L'antica separazione tra ciò che è serio e ciò che è faceto tende spesso a permanere. L'animazione è una pratica volta al cambiamento del possibile e fonda su di esso la sua esistenza. Al di là dei contenuti, affermare l'importanza della metodologia animativa e ludica apre lo spazio a nuove prospettive didattiche per la formazione e l'educazione. Il gioco implica approfondimenti sull'uso strategico che lo configura proprio come "tecnica pedagogica di animazione"
Il testo vuole esplorare possibili interazioni e connessioni pedagogico-didattiche che possono crearsi tra le diverse modalità di conoscere il mondo e gli altri. Partendo dal riconoscimento del diritto al gioco, la scuola non può non considerare l'importanza della dimensione ludico-animativa, coniugata con i linguaggi della multisensorialità e con le dinamiche della piena socialità.

Marina De Rossi è ricercatrice nel settore della didattica presso il dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università di Padova, Facoltà di Scienza della Formazione. Insegna Didattica generale, Metodologie e tecniche del gioco e dell'animazione.

sabato 8 gennaio 2011

Dai simboli universali alla scrittura di Marisa Grande (Besa editrice)








Può una lettura comparata dei miti cosmogonici di popoli differenti contenere un’eredità comune tramandata attraverso simboli pre-scritturali? Possono pittogrammi e ideogrammi di origine paleolitica celare conoscenze astronomiche millenarie? Può un’antica conoscenza dei cicli di oscillazione della Terra essere stata veicolata attraverso tutte le forme di scrittura? Marisa Grande studia e confronta gli ideogrammi presenti nei simboli universali, nei geroglifici, nelle lettere e nei numeri, percorrendo, attraverso un excursus rigoroso, le tappe della ricerca di un “grande codice cosmico”, sotteso alle pitture parietali, ai manufatti, alla scrittura. Uno sguardo inedito sulla storia dei popoli, di carattere universale, che vede l’individuo come parte di una coscienza collettiva di dimensioni cosmiche, il quale condivide i significati profondi degli archetipi, quel patrimonio di conoscenze dell’inconscio collettivo analizzato da Jung. Il libro Dai simboli universali alla scrittura è il secondo della trilogia della quale fanno parte L’orizzonte culturale del megalitismo (Besa 2008) e l’inedito La precaria armonia del Cosmo. I tre saggi sono il prodotto di una ricerca trentennale, condotta attraverso l’analisi dell’arte, della paleo-storia, della simbologia legate al fenomeno del megalitismo, nel suo carattere astronomico, in quanto ritenuto fattore equilibrante del binomio Cielo-Terra.

Marisa Grande fonda negli anni Novanta il movimento Synergetic-art, un approccio sistemico alla conoscenza, che promuove la cooperazione tra ambiti di ricerca eterogenei. Socia dal 2001 della Società italiana di Archeoastronomia - inaf, Osservatorio di Brera, Milano, scrive di paleo-archeoastronomia, di cosmologia, di arte e simbologia, di geomorfologia.

Ha pubblicato: Linguaggio artistico (Avellino 1989); Arte come funzione – connessione di sistemi dinamici relazionati (Galatina 1990); Orientamento alla scelta dei libri di testo (Lecce 1996); L’orizzonte culturale del megalitismo (Nardò 2008).

venerdì 7 gennaio 2011

COSTRUIRE COMUNITÀ DI INTEGRAZIONE IN CLASSE di Marina Santi (Pensa MultiMedia)










In questo volume la didattica dell'integrazione è proposta come lugo di incontro fra la didattica generale e la didattica speciale. L'approccio privilegiato è quello storico-culturale di matrice vygotskiana declinato nei suoi concetti fondamentali in una prospettiva inclusiva e di integrazione. Il nucleo fondamentale del testo è la costruzione di ambienti di insegnamento-apprendimento definiti "comunità d'integrazione".


Marina Santi insegna didattica generale e dell'interazione presso la facoltrà di scienze della Formazione, Università di padova. Si occupa di teoria dell'argomentazione in rapporto ai processi di costruzione della conoscenza. Cura per i tipi della Liguori editrice la collana "impariamo a pensare".

giovedì 6 gennaio 2011

Il tempo che ci vuole di Francesca Palumbo (Besa editrice)














Monica Dionubile ha quasi diciassette anni, vive a Bari insieme a sua madre Laura che è malata di depressione e passa la sua vita a tormentare la figlia. Dunia Bonerba è figlia unica di Luca e Marina; i suoi genitori sono una coppia serena che regala sensibilità e spensieratezza a una ragazzina semplice, a tratti ingenua e molto legata a Monica, sua compagna di classe. Le due ragazze si completano a vicenda: la leggerezza di una si unisce alla complessità dell’altra, è come se tra di loro ci fosse un accordo di “mutuo soccorso” di cui, in realtà, è solamente la giovane Dionubile ad aver bisogno. Lei è così intristita e poco interessata alla sua vita da vivere alla giornata. È così profondamente sola e disillusa che anche l’avvenimento di aspettare un bambino, naturalmente non desiderato, è affrontato nella più completa apatia. Il ginecologo che segue distrattamente l’aborto è Carlo, marito di Giulia, amico di vecchia data di Luca e Marina, che racconta all’uomo di avere l’ennesima relazione extraconiugale. La donna per la quale ha perso la testa si chiama Roberta Mori ed è la psicanalista che ha in cura la madre di Monica. In questo disfacimento quasi totale, il porto franco di Monica è la casa di Dunia, dove ha la possibilità di conoscere suo nonno che, molto malato, ogni volta che la vede la scambia per la sua amata moglie Ornella oramai morta da tempo. C’è poi il rapporto speciale con il suo professore di lettere, Girardi, un docente atipico che ascolta i suoi alunni, li osserva e non si limita a etichettarli con un numero sul registro o un cognome da ricordare al momento dell’interrogazione.

Testimone oculare delle storie di ognuno di questi personaggi è il barbone Lacca, un tenero clochard che costruisce piccoli portacenere colorati in latta e che ha un ruolo determinante nel destino di Dunia e Monica.

mercoledì 5 gennaio 2011

Leggere e fare ricerca di Donatella Lombello Soffiato (Pensa MultiMedia)













Il lavoro considera la natura della narrativa e offre gli strumenti necessari per identificare la struttura del racconto e i caratteri specifici del romance. Se l'opera letteraria è spazio comunicativo in cui autore e lettore intyervengono in una reciprocità incentrata alla singolarità del''incontro, quali modalità di dialogo favorisce la narrativa fantastica e in quali aspetti si rintraccia il suo valore educativo?

martedì 4 gennaio 2011

Giocare la musica di Stefania Lucchetti (Pensa MultiMedia)







Il testo intende fornire una cornice metodologica unitaria al cui interno collocare le diverse pratiche didattiche con/sul suono per la scuola dell'infanzia. Giocare la musica rimanda all'adozione del modello delle condote musicali proposte da Delalande e fondato sull'analisi dell'esperienza musicale riconducibile alla teoria del gioco di Piaget. La definizione di uno statuto epistemologico dell'educazione musicale è preceduta da un'analisi dei fondamenti della co,municazione musicale attenta a valorizzare le componenti simboliche di questo tipo di comunicazione estetica.

Stefania Lucchetti è docente di teoria e pratica dell'educazione musicale presso la scuola dell'infanzia nella facoltà di scienze della formazione della univewrsità di padova. Da anni sid edica alla formazione dei docenti e siu occupa di ricerca e sperimentazione didattica. Membro della rivista "Musica Domani", è autrice di numerosi saggi e articoli.

lunedì 3 gennaio 2011

Storie da Città di Solitudine e dal Km 76 di Giovanni Sicuranza (Youcanprint). Intervento di Daniela Pispico













Ho avuto qualche trascorso dark a cavallo tra gli anni 80 e 90, poi di tutto quel “nero” mi è rimasta la passione per lo smalto di quel colore, per Tim Burton, e per un po’ di gotico e dunque di tutto quell’immaginario pop che va da Dracula di Bram Stoker sino all’inquietante “Lo strano caso di Charles Dexter Ward” del ciclopico H.P. Lovecraft. Ora “per la sezione AMOREPERILGOTICO” inserirei J.R.R. Tolkien, ma questa è un’altra storia. Per la prima volta nella mia vita, uso una posta pay per acquistare un libro su un portale di Ebook, e dopo una serie di tentativi e imbranataggini varie, compro un “libro digitale” che mi colpisce per la copertina, molto “funeral fog”. Il libro in questione è di Giovanni Sicuranza e si chiama “Storie da Città di Solitudine e dal Km 76” (Youcanprint). Letto tutto d’un fiato, e questo – ve lo posso garantire – accade solo quando un libro mi ENTUSIASMA. Gli ingredienti ci sono tutti per una buona lettura, e non posso che consigliarvelo caldamente, perché è scritto anche bene. Per gli amanti del genere storia da leccarsi i baffi. Non voglio togliervi il gusto, dunque ecco la scheda del libro “incriminato” …

“In una notte sospesa nei nostri tempi, il custode del cimitero di Fine Viaggio termina il suo percorso terreno adagiato tra le dimore dei defunti del paese. Ha una storia che riguarda ognuno di loro, appresa osservando giorno dopo giorno le foto sulle lapidi. Follie,tragedie,amori intensi e malati. I racconti si sviluppano intrecciandosi durante la lucida agonia dell'uomo. Fino all'epilogo, un segreto di morte che riguarda proprio il custode. E dopo la sua morte, al Km 76, che segna il punto in cui la statale lambisce Fine Viaggio, un nuovo tipo di culto dei defunti avrà inizio”.

Titolo: Storie da Città di Solitudine e dal Km 76

Autore: Giovanni Sicuranza

Editore: Youcanprint

Pagine: 316

domenica 2 gennaio 2011

L’apostolo sciagurato di Maddalena Lonati (Robin edizioni)








Non una semplice raccolta di racconti, ma una vera e propria storia coerente che, seguendo le logiche dell’attrazione, si snoda attraverso un percorso sotterraneo e inconscio ignoto quasi sino alla fine anche alla stessa protagonista. La raccolta si apre con l’intenso legame erotico e cerebrale fra i due protagonisti, un rapporto fatto di sfide e di prove, giocato sull’imprevedibilità, e vissuto in un’atmosfera rarefatta e surreale. È una relazione fuori da ogni convenzione che sperimenta la pericolosità delle unioni estreme e che, nell’eccesso mentale, conosce la sua apoteosi e il suo baratro. Un vuoto che aleggerà in tutti i successivi racconti che scandiranno gli anni vissuti nell’assenza di Lui. In attesa del suo ritorno. Ritorno che sancirà la chiusura di un ciclo e fornirà una spiegazione che permetterà al lettore di scoprire alla fine la verità.

Lei e Lui, due entità senza nome che divengono il simbolo stesso dell’Eros vissuto senza censure e senza preclusioni, alla costante e inesausta ricerca degli stimoli mentali più particolari e articolati. Lei e Lui, due personaggi indimenticabili per la loro originalità, così come le altre figure che costellano le storie di questa raccolta-romanzo caratterizzata da una sapiente cura del dettaglio e da una continua sperimentazione stilistica che adegua il ritmo alla narrazione, privilegiando la musicalità della parola.

L’apostolo sciagurato ha vinto il quarto premio al 24° Concorso Letterario Internazionale “Giovanni Gronchi” di Pontedera (Pisa).

"Sinestesie - Parole acquose e lunari le gocciolavano ancora lungo il corpo flessuoso dopo che Lui se ne era andato. Le aveva parlato con quel suo tono profondo. Deep. Quel suono catalogava meglio la sua impressione. Deep. L'eco le si formava già fra i denti. Un suono rapido e denso. Preciso . Doveva catalogare tutto con rigore maniacale. Così Lui le aveva insegnato. Così Lei ora voleva"

sabato 1 gennaio 2011

RIPENSARE LA RELAZIONE EDUCATIVA di Emanuela Toffano (Pensa MultiMedia)







Note di pedagogia dell'infanzia-adolescenza e di pedagogia dei diritti umani potrebbe costituire un appropriato sottotitolo al presente volume. Si tratta di una riflessione teorico-pratica su attuali problematiche educative che invita a ripensare la relazione educativa. Nello spirito della convenzione ONU del 1989 il testo suggerisce di riscoprire l'autentica erelazione educativa nel suo stretto legame con l'educazine alla convivenza democratica e pacifica alla cui base vi sono diritti irrinunciabili.


Emanuela Toffano è professore di Pedagogia generale e dell'infanzia nella facoltà di scienze della formazione della università di Padova, embro del centro interdipasrtimentale di pedagogia dell'infanzia della medesima università e colaboratrice del centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persone e dei popoli - Cattedra Unesco diritti umani, democrazia e pace - università di padova.
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni.