giovedì 30 marzo 2017

I grandi centri commerciali e la disgregazione sociale. Intervento di Paola Scialpi



Ci sono odori e profumi che rimangono nella nostra mente e segnano periodi precisi della nostra esistenza, della nostra infanzia. Il gelsomino a casa dei nonni è stato per me qualcosa di nostalgico e bello. Piccolissima passeggiavo mano nella mano con il nonno nel suo giardino incantato pieno di quel profumo delizioso che ho ricreato nella mia casa delle vacanze in campagna. Anche i profumi e gli odori che ricordo della piccola salumeria del paese o di quella in città sotto casa. IL salumiere era quasi un amico di famiglia ed io anche piccina andavo a fare le piccole spese. Mi diceva - " Ciao, bella signorina, ( non ho mai pensato che quella frase nascondesse qualcosa di losco) cosa posso servirti?” - . Poi dopo aver fatto le compere di rito mi diceva  - “ … salutami mamma e papà”. Era come uno zio che aveva tutte quelle cose buone: i biscotti a forma di animaletti con la crema dentro, l'odore della mortadella, il pane appena sfornato,  i formaggini di cioccolato. Era tutto genuino ma soprattutto lo erano i rapporti interpersonali fatti di molta umanità. Si informavano della vita degli altri con affetto e non con invadenza, avevano sempre una parola di conforto con l'anziano o con chi non stava bene. Umanità questa è la parola che abbiamo dimenticato. Camminiamo come zombies nei grandi centri commerciali per stordirci e non pensare a niente. Contenitori enormi di disgregazione sociale dove ci si incontra senza neanche vedersi. Nella società attuale ognuno pensa solo a sè e non ha il tempo nè la voglia di pensare agli altri. Si passa una giornata ai grandi magazzini i bambini si divertono e poi si torna nelle proprie case ed è passato un altro giorno del … nulla.

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